Sfatiamo alcuni luoghi comuni sull’olio extravergine - Forestaforte

Sfatiamo alcuni luoghi comuni sull’olio extravergine

Protagonista indiscusso della dieta mediterranea l’olio extravergine d’oliva è conosciuto fin dai tempi antichi per le sue straordinarie proprietà benefiche. Tuttavia, anche un alimento che sembra indiscutibile sul piano dei valori nutrizionali e di gusto deve fare i conti con tutta una serie luoghi comuni, vere e proprie fake news, come si direbbe oggi, che non hanno nessun fondamento, ma solo il potere di creare confusione e false convinzioni. In questa sede prenderemo in esame alcuni dei più diffusi luoghi comuni sull’olio extravergine di oliva cercando di mostrarne l’inconsistenza.

Olio extravergine e digeribilità

Uno dei primi luoghi comuni che circolano sull’olio extravergine riguarda la sua presunta scarsa digeribilità. Si tratta di un vero e proprio falso mito che si potrebbe facilmente smontare considerando che l’olio extravergine viene consigliato da tutti i pediatri per lo svezzamento dei bambini. In realtà, in virtù del suo contenuto in acido oleico, l’olio extravergine favorisce il lavoro della cistifellea e quindi agevola la digestione. Non c’è dubbio, infatti, che l’olio extravergine risulti molto più digeribile di altri grassi come burro, olio di semi o strutto.

Se si parla di frittura, poi, si può aggiungere che il punto di fumo, ovvero la temperatura massima che un olio può raggiungere prima di iniziare a bruciare e decomporsi, nel caso dell’olio extravergine è piuttosto alto, attestandosi sui 210°. Un fritto per essere croccante e leggero deve raggiungere almeno i 180°, una temperatura a cui molti grassi che compongono gli oli di semi degradano e bruciano con il rischio di rilasciare sostanze dannose per l’organismo, cosa che non accade per l’olio extravergine, che rende più leggera e sana anche la frittura.

Olio extravergine e dieta

Quando si cerca di mantenere il peso forma ci si concentra sui vari alimenti cercando di capire quali sono più o meno adatti all’interno di una dieta. Tra i tanti, uno che fa sorgere sempre alcuni dubbi è sicuramente l’olio extravergine d’oliva.

Trattandosi di una fonte di grassi, si pensa infatti che si tratti di un alimento da evitare. Anche questa è una considerazione priva di fondamento poiché l’olio di oliva è certamente composto da grassi, ma si tratta di grassi utili ed essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo. Studi scientifici hanno dimostrato che l’olio extravergine è un ottimo alleato della dieta perché i grassi dell’olio extravergine di oliva, addizionati ad altri alimenti, possiedono un effetto anti-insulina, l’ormone che favorisce il deposito di grasso nella zona addominale; quindi, questo alimento è indispensabile anche nell’alimentazione di chi vuole essere attento al peso.

Inoltre, migliora il metabolismo e ci aiuta nell’assorbimento delle vitamine A, E, K contenute nelle verdure, perché sono liposolubili e quindi in assenza di grassi il nostro corpo non le assorbe. Anche la vitamina D, che controlla l’assorbimento del calcio, è liposolubile, quindi in assenza di olio anche questa non viene assimilata. Appare del tutto evidente che non solo l’olio extravergine di oliva riduce l’aumento di peso, ma è anche un insostituibile aiuto per l’assorbimento di molte vitamine. Inutile quasi aggiungere che la misura nel consumo è di fondamentale importanza: due tre cucchiai di olio extravergine al giorno sono la quantità giusta per tenere sotto controllo le calorie.

Piccantezza dell’olio extravergine

Altro luogo comune da sfatare è quello che associa il gusto piccante all’idea che si tratta di un olio non di qualità. Molti confondono il pizzicore dell’olio di extravergine con la scarsa qualità o peggio ancora lo definiscono rancido. In questo caso, si dovrebbe proprio ribaltare la prospettiva, dal momento che la piccantezza di un olio di oliva rappresenta, al contrario, rappresenta un indicatore di qualità del prodotto.

Il gusto piccante è dovuto principalmente alla presenza di Polifenoli e Tocoferoli, sostanze che proteggono l’olio dall’ossidazione e dall’invecchiamento e che sono molto salutari per l’uomo poiché concorrono a normalizzare il livello di colesterolo e combattono i radicali liberi. Il grado di piccantezza può variare, poi, in base al momento di maturazione in cui vengono raccolte le olive e alla loro varietà.

Tempo di conservazione e qualità dell’extravergine

Non pochi, sulla scorta di un improvvido paragone con il vino, ritengono che, invecchiando, l’olio extravergine acquisti sapore. Anche in questo caso si tratta di una falsa convinzione, poiché, sebbene non esista un vero e proprio tempo di scadenza, un lasso di tempo ottimale per la consumazione dell’olio extravergine è entro i 18 mesi. In queto lasso tempo, si possono gustare inalterati i profumi e i sentori del prodotto e si conservano tutte le sue proprietà organolettiche.

Oltrepassato questo periodo, si potrebbe avere a che fare co un olio meno gustoso e più povere di proprietà benefiche. Ricollegandoci a quanto detto sopra, la buona conservazione dell’olio è legata alla maggiore presenza di polifenoli e antiossidanti, che consentono all’alimento di conservarsi più a lungo e con più gusto nel tempo.

Nel caso di alimento così importante e presente nella nostra dieta giornaliera informarsi e conoscere, andando oltre gli stereotipi e il sentire comune, è un obbligo ma anche un piacere: perché all’informazione bisognerà pur accompagnare una verifica sul campo, magari assaggiando un olio extravergine di qualità come quello di Forestaforte.

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